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CASTAGNOLE P.TE L'origine di Castagnole si può far risalire all'anno 1000 d. C. (circa), ma già molti secoli prima queste zone erano abitate da tribù nomadi. Il primo documento scritto che riporta il nome del paese è del 1037 e riguarda un lascito di Landolfo allora vescovo di Torino a "Castignola". Il paese si è sviluppato attorno ad un monastero fondato nel 1190 dai Folgore, signori di Scalenghe e Castagnole. Il monastero accolse un gruppo di monache certosine dal 1277 al 1597 e venne battezzato "Monasteri di Buonluogo". Dal 1598 si insediarono Monaci dell'Abbazia di Casanova. I Monaci Cistercensi e Certosini rimasero in loco sino al 1861 anno in cui il Re ne dispose la vendita. La chiesa di S. Rocco è dal 1672 parrocchia di Castagnole. L'edificio fu voluto dai castagnolesi, i quali colpiti dalla peste del 1630, fecero voto di erigerlo se fossero scampati al contagio. I lavori iniziarono nel 1634 e si ultimarono nel 1674. La chiesa di S. Pietro e il monastero, sono annoverati tra i monumenti nazionali. Il 1220 è l'anno che sancisce la fine dell'egemonia del casato dei "Di Castagnole e l'ascesa al potere dei Signori di Piossasco. Tale potente famiglia continuerà il suo dominio sino al 1420, per lasciare i territori in mano ai Savoia, nella persona di Amedeo VIII "Il Pacifico" Facendo un salto nel tempo e tralasciando gli edifici religiosi vediamo come nel 1750 nasca una filanda destinata alla lavorazione della seta. LOMBRIASCOL'abitato si trova sulla sponda sinistra del Po, alla confluenza col Maira. Nello stemma comunale è riportato il cartiglio "locus umbrae actus", "luogo posto all'ombra", ad indicare i boschi lussureggianti che un tempo lo circondavano. La sua antichità è attestata da tre lapidi romane ritrovate nei pressi del castello. Dopo le invasioni longobarde e franche, nel XII secolo venne concesso dal Barbarossa ai marchesi Romagnano di Novara. Nel 1173 con l'istituzione della prevostura agostiniana nacque la parrocchia. Nel 1382 la curia avignonese vendette il feudo ci conti Ponte di Asti che abitarono il castello fino al XIX secolo. Nel 1894 il castello fu acquistato dalla congregazione salesiana che ancora oggi tiene la scuola media e gli istituti tecnici per geometri ed agrari. L'attuale paesaggio agricolo è caratterizzato dalle coltivazioni di mais, di frumento, ortaggi e da pioppeti. Lungo il Po, vero signore del luogo, è sorto il parco fluviale che offre una notevole rete di piste ciclabili. OSASIOLe notizie più antiche riguardanti Osasio, in origine noto come Olsazio, risalgono ai secoli XI e XII, quando fu feudo della Sacra di San Michele in Val di Susa. Si trova pressoché al confine tra le province di Torino e di Cuneo: allora era collocata al margine tra i possedimenti dei Conti di Savoia e il Marchesato di Saluzzo. Il Po rappresentava la linea di demarcazione tra i due stati. Intorno alla metà del Duecento, quando il Conte si Savoia fu feudatario del comune di Asti per i territori in prossimità del Po compresi tra Vigone e Carignano, Osasio appartenne alla famiglia dei Bulla. Dal 1295, Osasio fu parte del Feudo di Filippo di Savoia, futuro Principe d'Acaja, che comprendeva una vasta zona del Piemonte a sud di Torino e alla sinistra de Po. Le fertili terre che circondano Osasio sono percorse in direzione sud-ovest nord-est delle "bealere" Angiale o Gitana. L'Angiale, le cui sorgenti sono site nella zona a sud di Vigone, nel territorio di Carignano prenderà il nome di Rivo Vuotasacca e sfocerà nel Po. Nel 1455, durante le opere di bonifica del territorio, Ludovico d'Acaja fece scavare il canale della Pancalera, alimentato dalle acque dell'Angiale. Queste canalizzazioni sono ancora fornite di interessanti opere idrauliche, che regolano il deflusso delle acque, realizzate con elementi in pietra e in muratura: chiuse (saraie) e partitori (spartiai). L'Angiale, viene chiamato dagli osasiesi Bialera del Mulin, poichè la sua acqua era sfruttata per il funzionamento di un mulino sito in località Borgonuovo e attivo fino alla metà degli anni '50. PANCALIERIGli storici narrano che nell'anno 589 a.C. i Galli, attraversate le alpi, si spinsero fin nel basso Piemonte, dove nelle terre boschive italo-taurine, costruirono i primi castelli o forti tra cui Staffarda, Cardè, Villafranca, Moretta e Pancalieri. Successivamente subirono l'influenza di Roma, poiché nell'agro pancalierese si trovarono antiche armature e monete con l'effigie di Diocleziano, Aureliano ed altri imperatori. Ancora oggi nel paese una via è detta "Romana" e una regione chiamata "Giustissie", (luogo dove probabilmente si amministrava la giustizia). Antichissime pertanto le origini del villaggio, che sotto il dominio dei Longobardi prese il nome di "Curtis de Pancalere". Diverse le opinioni e leggende popolari sull'origine del nome, la più attendibile si rifà alla conformazione del suo territorio definito "piano calante" (verso il Po). Oggi Pancalieri, situato sulla sponda sinistra del Po, a valle della confluenza col torrente Pellice ed in prossimità del confine con la provincia di Cuneo, è un centro prevalentemente agricolo. I canali costruiti dall'opera secolare dell'uomo, azionavano fino ad una quarantina di anni fa importanti mulini, uno dei quali, ubicato nell'abitato lungo il corso dell'Angiale, caratterizza ancora oggi il paese. Mentre un tempo la produzione agricola si basava su frumento, mais e canapa, attualmente ha assunto rilevanza la coltivazione delle erbe officinali, in particolare della menta piperita, che viene distillata localmente ed è ritenuta la migliore esistente sul mercato. PIOBESIL'origine toponomastica di Piobesi potrebbe essere quella di territori pubblici: dalla forma plurale Publicae, deriverebbe infatti Publice, da cui Piobes e poi Piobesi. Dove attualmente sorge la Chiesa di S. Giovanni, vi era un insediamento romano, risalente probabilmente ad un sito preistorico. Il passaggio di una strada romana è ricordata da un cippo miliare (interno della chiesa) e da alcuni basoli. Il recente ritrovamento di un'abside anteriore all'attuale chiesa e il basamento di una fonte battesimale lasciano intendere che fin dal V-VI secolo esistevano in quel luogo degli edifici cristiani. Piobesi torinese è un tranquillo paese della pianura padana a 15 chilometri da Torino, posto fra le direttrici per Pinerolo e Carmagnola. Entrando in paese si può ammirare il Castello con torre medievale e il suo giardino all'italiana. Ottime opportunità per apprezzare la buona cucina di tradizione piemontese viene offerta dai vari ristoranti e agriturismo, nonchè la possibilità di soggiorno presso gli alberghi presenti sul territorio. A Piobesi vi è una fiorente attività della lavorazione del legno, sia a livello industriale, sia artigianale. VIRLE PIEMONTEDiversi ritrovamenti archeologici effettuati nella regione S. Paolo fanno supporre la presenza di insediamenti fin dall'età romana. Nel 1001 Virle è citata in una bolla dell'imperatore Ottone III che conferma i diritti sul borgo al marchese di Susa Olderico Manfredi. Nel 1163 Federico Barbarossa investì quali feudatari del borgo i marchesi di Romagnano. Una parte di Virle fu concessa agli Acaja, poi agli Asinari di Camerano, infine ai conti Piossasco di None. "Vi scorre un rivo, che porta il nome di Ramata, il quale si sottodivide in tre distinti rami che servono ad irrigare i prati e a dar moto ad un molino. Vi esistono due grandiosi palazzi, uno proprio del Marchese Romagnano e l'altro del Conte Piossasco di None: a ciascuno di quei palazzi è annesso un giardino di delizie." Così scriveva il Casalis nel suo Dizionario Storico Geografico del 1848, evidenziando quelli che sono rimasti gli aspetti caratteristici del paese: le bealere, frutto di un sapiente lavoro di ingegneria idraulica risalente ai primi decenni del 1200, e i due "castelli", in realtà palazzi tardo-seicenteschi, o settecenteschi, sorti su preesistenze più antiche, curiosamente uno a fianco all'altro. |